Balsamo labbra alla melissa

Oggi volevo postarvi una ricettina semplicissima per realizzare un balsamo labbra che io uso quando spunta la fastidiosissima herpes labiale. Sfruttando l’azione cicatrizzante, lenitiva e antinfiammatoria della melissa e l’azione nutriente della vit. E, trovo questo balsamo favoloso e molto utile per alleviare e far guarire più velocemente l’herpes.

Ingredienti

  • 30 gr oleolito di melissa
  • 7 gr cera api
  • 3 gr burro di karité
  • 4 gocce olio essenziale di melissa
  • 4 gocce olio essenziale di Tea tree
  • 3 gr tocoferolo (vit.E)

Procedimento

Versare la cera api in una ciotolina in vetro (resistente al calore) e farla fondere a bagnomaria .
Quando la cera si sarà sciolta completamente spegnere il fuoco  e aggiungere il burro di karité mescolando per farlo fondere.
A questo punto   versarci dentro l’oleolito di melissa e mescolare per qualche secondo affinchè la cera che si è solidificata a causa dell’olio freddo possa ri sciogliersi.
Aggiungere il tocoferolo , lasciare intiepidire e poi aggiungere gli olii essenziali.

Versare il composto in un barattolino con tappo e lasciare raffreddare.

N.B. A seconda dei gusti personali, se si desidera un balsamo labbra più morbido diminuire un pochino la cera d’api, al contrario, se lo si vuole un po’ più consistente, aggiungercene ancora un pochino.

Note:
Il Tea Tree è un ottimo antibiotico naturale, può debellare molti virus, batteri e funghi e, in combinazione con la melissa, va a favorire una buona guarigione in caso di herpes labiale. Nel caso non si avesse si può omettere.
Il Burro di Karité ha proprietà emollienti, nutrienti e idratanti utilissime per la salute e la cura delle labbra. Nel caso non si avesse si può omettere.

Michela

Oleolito di Melissa

La melissa è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Labiatae ed è conosciuta per le sue mille virtù oltre ad essere particolarmente amata dalle api. E’ facile trovarla nella flora spontanea , ma è altresì facile da coltivare nel proprio giardino in zone non estremamente soleggiate.
Grazie al suo profumo che ricorda il limone viene spesso confusa con la Citronella (Cymbopogon citratus).

Proprietà

  • calmante e sedativa
  • antispasmodica e carminativa (toglie l’aria che si è accumulata nello stomaco e nell’intestino e lenisce i dolori da essi derivanti.)
  • antinfiammatoria e cicatrizzante
  • lenitiva decongestionante
  • contiene  fenoli che svolgono un’azione antiossidante e antiage proteggendo la pelle dai danni dei radicali liberi e rallentando il processo d’invecchiamento cutaneo
  • proprietà antibatteriche, antifungine e antivirali utili anche per curare l’herpes simplex
  • astringente e disinfettante

La melissa per uso interno è controindicata a chi soffre di ipotiroidismo

Come fare l’oleolito

La melissa è una delle poche piante che  è meglio usare fresca per preparare l’oleolito (buoni risultati si ottengono anche con le foglie secche). Il metodo migliore è quello chiamato Digestione “a calore” (solare o bagnomaria)

  • raccogliere le foglie di melissa nel suo periodo balsamico (ossia quando sono cariche di olii essenziali)
  • lavarle sotto acqua corrente e stenderle su un panno ad asciugare
  • mettere in  un barattolo precedentemente sterilizzato  le foglie
  • coprirle con olio (di riso o di semi di girasole , meglio se biologici)
  • chiudere il barattolo

Per l’estrazione dei suoi principi attivi si può scegliere uno dei due metodi descritti di seguito:

Digestione solare
Durante il giorno si mette il contenitore con foglie e olio al sole  e, appena il sole va via dalla nostra postazione, mettere il contenitore al buio; bisogna ripetere queste operazioni  per circa 15 giorni . In questo caso sarebbe meglio se il barattolo  fosse di vetro scuro o bisognerebbe coprirlo con della stagnola, in modo che il sole non vada a contatto diretto con l’olio.  Grazie al calore del sole, i principi  attivi verranno estratti con maggior rapidità.

Digestione a bagnomaria
Si mette il contenitore con foglie e olio immerso in una pentola contenente acqua e con uno straccio sul fondo; Fare andare a fuoco lentissimo per 3 ore.

Suggerimento: Se nel barattolo si aggiunge un po’ di sale grosso ( dello stesso peso delle foglie e solo nel caso si utilizzi la pianta fresca ),  l’eventuale acqua che si creerà durante la macerazione verrà catturata dallo stesso e sarà più semplice filtrare senza rischiare di travasare assieme l’olio, l’acqua, che  farebbe irrancidire l’oleolito molto in fretta .

Nb: bisogna usare questo metodo se si decide di usare la pianta fresca !!!!!!!

Filtraggio
Una volta trascorsi i tempi di macerazione ed estrazione bisogna filtrare il nostro oleolito. E’ necessario  procedere con molta attenzione perché, avendo usato la pianta fresca, potrebbe essere presente dell’acqua (che essendo più pesante dell’olio fortunatamente rimane sul fondo del barattolo).

Io il primo filtraggio lo effettuo con un colino a maglie strette andando anche a strizzare bene bene le foglie intrise di olio (l’olio nelle foglie è il più ricco di principi attivi); faccio poi depositare eventuale acqua dispersa nell’olio facendolo riposare per una notte a barattolo chiuso ed effettuo un secondo filtraggio con due garzine a maglie fitte. Nel caso ci fosse dell’acqua depositata sul fondo del barattolo, l’ultima parte di olio non la filtro e la butto.

Imbottigliate l’oleolito così ottenuto in un flacone di vetro scuro e conservatelo in un luogo fresco e asciutto.

Con questo oleolito ci preparo un balsamo labbra contro l’herpes labiale favoloso.

Michela

ScreenHunter_260 Jul. 20 15.33.jpg

 

Conosciamo il Ph della pelle

Quando si formulano cosmetici è importante conoscere indicativamente il ph della zona che andremo a trattare.

Come abbiamo parlato in precedenza, la nostra pelle ha un ph che varia da un valore di 7 nello strato basale a 4,5/5,5 sull’epidermide, e varia anche a seconda del sesso , della sudorazione, dei periodi ormonali, dei prodotti che utilizziamo sul nostro corpo e dell’età della persona.
Un uomo ha tendenzialmente una pelle più acida della donna grazie ad una produzione di sebo più alta, mente la cute dei bambini e degli anziani si avvicina a valori di neutralità.

Ph della pelle nelle varie zone del corpo
Cuoio capelluto 4,0 a 4,5
Cosce, gambe, caviglie 4,5
Busto 4,7
Viso 5 a 5,5
Contorno occhi 5,5
Dorso delle mani 4,9
Seno 6,0
Parti intime 4,5
Ascelle 6,5
Interno dell’occhio 7,0

Il pH della pelle contribuisce alla difesa nei confronti di microrganismi ostili alla salute cutanea, senza però disturbare i microorganismi naturalmente presenti su di essa. Un aumento del pH cutaneo può quindi favorire, in particolar modo nelle zone del corpo caratterizzate da macerazione o pseudo-anaerobiosi, quali zone genitali e piedi, lo sviluppo di infezioni micotico-batteriche.

La maggior parte della nostra pelle tende ad avere un valore acido, inoltre un ph leggermente acido favorisce l’attività di enzimi cutanei preposti al rinnovamento ed al mantenimento di alcune componenti cutanee….una sorta di peeling insito naturalmente in ognuno di noi.

I valori del ph

ph

La scala dei ph è costituita da valori che vanno dallo 0 al 14

  • da 0 a 6 ph acido dove 0 indica l’acido più forte
  • 7 ph neutro
  • da 8 a 14 ph basico dove 14 indica la base più forte

Questi valori vengono comunemente misurati con le cartine tornasole, impregnate di una sostanza vegetale, che, a contatto con le sostanze di cui si vuole misurare il ph , virano di colore:

  • a ph neutro si avrà un colore verde
  • a ph acido un colore rosso
  • a ph basico un colore blu

Questi colori posti alle estremità ed al centro della nostra scala dei valori, hanno a loro volta delle sfumature intermedie a seconda se si tratta di un acido o di una soluzione basica leggera (come da figura riportata in alto).

Insomma, è importante conoscere il ph della nostra pelle e  misurare quello delle nostre preparazioni  per evitare di usare prodotti che possono destabilizzare il naturale equilibrio fisiologico e incorrere a serie problematiche.

Michela

Fattore naturale di idratazione

Il fattore naturale di idratazione o più conosciuto come NMF (Natural Moisturizing Factor) è un insieme di sostanze idrosolubili capaci di legarsi all’acqua e in grado di trattenere un certo tasso di umidità nella pelle riducendone l’evaporazione  e di acidificare gli strati più superficiali della stessa.

E’ costituito principalmente da:

  • Aminoacidi di vario tipo;
  • Zuccheri e Aminozuccheri;
  • Sali minerali;
  • Acido piroglutamico;
  • Lattato di Sodio;
  • Urea.

La sua composizione risulta essere strettamente legata alle condizioni climatiche, all’ambiente, al variare delle stagioni ed anche in base alla profondità dalla superficie cutanea e all’area anatomica.

Composizione tipica del NMF (fonte wikipedia)
amminoacidi liberi Glicina, Serina, Alanina, Asparagina, Ornitina, Citrullina, Prolina, ecc. 40%
Ioni Na 5%
Ca 1,5%
K 4%
Mg 1,5%
azotati urea 7%
ammoniaca, acido urico, glucosammina, creatinina, ecc. 1,5%
acidi inorganici e loro sali fosfati 0,5%
cloruri 6%
acidi organici e loro sali acido pirrolidon carbossilico (PCA) 12%
acido lattico 12%
acido citrico, acido formico. 0,5
Frazione indeterminata saccaridi , peptidi, altri acidi organici 8,5%

Essendo l’ NMF  in buona parte idrosolubile viene facilmente asportato immergendosi per lungo tempo in acqua o lavandosi adoperando detergenti schiumogeni.
Se alterato, il fattore naturale di idratazione ha implicazioni in varie problematiche cutanee: pelle secca, pelle sensibile, eczema, dermatite atopica,  acne, rosacea e psoriasi; per questo è importante preservarlo utilizzando  detergenti delicati e non aggressivi, cercando di lavarsi il viso con acqua tiepida e non calda.
Risulta quindi fondamentale aiutare il suo ripristino andando ad utilizzare prodotti di buona qualità, compatibili con il nostro tipo di pelle e che contengono sostanze presenti nel NMF quali urea, acido lattico …. etc.

Tra le altre funzioni del fattore naturale di idratazione c’è l’azione barriera che protegge la pelle dagli attacchi esterni tramite il mantello acido (Il pH cutaneo passa da un valore di circa 7 nello strato basale a 4,5/5,5 sull’epidermide) e la regolazione del flusso di sostanze dall’interno all’esterno e viceversa.

 

Sappiamo com’è fatta la nostra pelle?

La pelle è  l’organo più  grande che abbiamo, riveste tutto il nostro corpo e ci protegge dall’esterno. È  molto resistente ed ha , in condizioni di salute, la capacità  di rigenerarsi in fretta. Per questo è importante mantenerla in salute anche con i cosmetici e per questo è  importante usare e creare cosmetici che siano adatti ad essa e non la danneggino.
Conoscere come è  fatta e come funziona la nostra pelle è  basilare per chi si avvicina al mondo della produzione cosmetica.

Com’è fatta

La nostra pelle è  costituita da tre strati:

  • Epidermide lo strato più  esterno a contatto con il mondo
  • Il derma il sostegno della pelle
  • L’ipoderma ricco di adipociti.

derma

Epidermide

E’ la parte superficiale della pelle la più attaccata dagli agenti esterni. Presenta uno spessore che varia dai 50 µm a 1,5 mm, più spesso nel palmo delle mani o nella pianta dei piedi e più  sottile in corrispondenza delle ossa. L’epidermide si rinnova circa ogni 6 settimane grazie al turn over delle cellule che la compongono.
Queste cellule ,chiamate cheratinociti , hanno origine in uno strato più interno dell’epidermide detto strato basale e , durante la maturazione, salgono in superficie andando a formare lo strato corneo per poi distaccarsi naturalmente tramite la desquamazione.

Derma

Il derma ,tessuto molto ricco di vasi sanguini e nervi, si trova subito sotto l’epidermide ed ospita i follicoli piliferi e le ghiandole sebacee.
Rappresenta l’impalcatura della nostra pelle e le cellule che lo costituiscono si chiamano fibroblasti addetti alla produzione di collagene, elastina e proteoglicani.

Ahimè la funzionalità dei fibroblasti inizia a ridursi dopo i 30 anni d’età e dal loro impigrimento ha inizio l’invecchiamento della nostra pelle.

  • Collagene : è la proteina più abbondante nel derma, dona sostegno e protezione ai tessuti molli.
  • Elastina: è una proteina che dona elasticità alla pelle permettendole di tornare alla sua forma originaria se sottoposta a stiramenti.
  • Proteoglicani: hanno funzione riempitiva degli spazi “vuoti” tra le fibre del derma; il più noto è l’acido ialuronico.

 

Ipoderma

Posizionato subito sotto il derma è in grado di mettere  in rapporto il derma con i tessuti sottostanti.

E’ principalmente formato da adipociti (cellule con la funzione di immagazzinare i lipidi o cederli in caso di bisogno)