La melissa è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Labiatae ed è conosciuta per le sue mille virtù oltre ad essere particolarmente amata dalle api. E’ facile trovarla nella flora spontanea , ma è altresì facile da coltivare nel proprio giardino in zone non estremamente soleggiate.
Grazie al suo profumo che ricorda il limone viene spesso confusa con la Citronella (Cymbopogon citratus).
Proprietà
- calmante e sedativa
- antispasmodica e carminativa (toglie l’aria che si è accumulata nello stomaco e nell’intestino e lenisce i dolori da essi derivanti.)
- antinfiammatoria e cicatrizzante
- lenitiva decongestionante
- contiene fenoli che svolgono un’azione antiossidante e antiage proteggendo la pelle dai danni dei radicali liberi e rallentando il processo d’invecchiamento cutaneo
- proprietà antibatteriche, antifungine e antivirali utili anche per curare l’herpes simplex
- astringente e disinfettante
La melissa per uso interno è controindicata a chi soffre di ipotiroidismo
Come fare l’oleolito
La melissa è una delle poche piante che è meglio usare fresca per preparare l’oleolito (buoni risultati si ottengono anche con le foglie secche). Il metodo migliore è quello chiamato Digestione “a calore” (solare o bagnomaria)
- raccogliere le foglie di melissa nel suo periodo balsamico (ossia quando sono cariche di olii essenziali)
- lavarle sotto acqua corrente e stenderle su un panno ad asciugare
- mettere in un barattolo precedentemente sterilizzato le foglie
- coprirle con olio (di riso o di semi di girasole , meglio se biologici)
- chiudere il barattolo
Per l’estrazione dei suoi principi attivi si può scegliere uno dei due metodi descritti di seguito:
Digestione solare
Durante il giorno si mette il contenitore con foglie e olio al sole e, appena il sole va via dalla nostra postazione, mettere il contenitore al buio; bisogna ripetere queste operazioni per circa 15 giorni . In questo caso sarebbe meglio se il barattolo fosse di vetro scuro o bisognerebbe coprirlo con della stagnola, in modo che il sole non vada a contatto diretto con l’olio. Grazie al calore del sole, i principi attivi verranno estratti con maggior rapidità.
Digestione a bagnomaria
Si mette il contenitore con foglie e olio immerso in una pentola contenente acqua e con uno straccio sul fondo; Fare andare a fuoco lentissimo per 3 ore.
Suggerimento: Se nel barattolo si aggiunge un po’ di sale grosso ( dello stesso peso delle foglie e solo nel caso si utilizzi la pianta fresca ), l’eventuale acqua che si creerà durante la macerazione verrà catturata dallo stesso e sarà più semplice filtrare senza rischiare di travasare assieme l’olio, l’acqua, che farebbe irrancidire l’oleolito molto in fretta .
Nb: bisogna usare questo metodo se si decide di usare la pianta fresca !!!!!!!
Filtraggio
Una volta trascorsi i tempi di macerazione ed estrazione bisogna filtrare il nostro oleolito. E’ necessario procedere con molta attenzione perché, avendo usato la pianta fresca, potrebbe essere presente dell’acqua (che essendo più pesante dell’olio fortunatamente rimane sul fondo del barattolo).
Io il primo filtraggio lo effettuo con un colino a maglie strette andando anche a strizzare bene bene le foglie intrise di olio (l’olio nelle foglie è il più ricco di principi attivi); faccio poi depositare eventuale acqua dispersa nell’olio facendolo riposare per una notte a barattolo chiuso ed effettuo un secondo filtraggio con due garzine a maglie fitte. Nel caso ci fosse dell’acqua depositata sul fondo del barattolo, l’ultima parte di olio non la filtro e la butto.
Imbottigliate l’oleolito così ottenuto in un flacone di vetro scuro e conservatelo in un luogo fresco e asciutto.
Con questo oleolito ci preparo un balsamo labbra contro l’herpes labiale favoloso.
Michela