Suffumigi Bicarbonato e Sale

Una delle prime cose che mi ha insegnato la Nonna Adelma è stata quella di cercare curarsi in modo naturale.

Da piccola ,a causa delle tonsille infiammate, soffrivo spesso di mal di gola, tosse e raffreddori con difficoltà a respirare.

La nonna ,oltre a massaggiarmi il petto con il vicks vaporub (vedi mia ricetta green), mi faceva fare i fumenti o suffumigi con acqua , bicarbonato e sale.

Il vapore caldo  è un toccasana quando si è raffreddati, aiuta a sciogliere il muco liberando il naso e allevia il dolore alla gola che si è seccata a furia di respirare con la bocca aperta.

 Ingredienti
Acqua  1 litro
 Bicarbonato di sodio 1 cucchiaio
 Sale 1 cucchiaio
Olio essenziale eucalipto o menta  3 gocce

Procedimento

Mettere sul fuoco l’acqua in una pentola e quando raggiunge il bollore versaci dentro il bicarbonato di sodio e il sale.

Mescolate sino a completo scioglimento  e togliere la pentola dal fuoco.

Aggiungere l’olio essenziale e mettetevi con il viso sopra la pentola (senza scottarvi mi raccomando!!!) coperte da un asciugamano per evitare di disperdere il vapore.

Respirare profondamente i vapori sia con naso che con bocca per circa 7 minuti.

Questa operazione potete farla a bisogno, io personalmente la faccio di sera prima di andare a dormire perché l’olio essenziale di eucalipto mi aiuta a respirare meglio.

P.S. il vapore è un ottimo alleato anche per aprire i pori della pelle occlusi e liberarli dalle impurità …. uniamo quindi l’utile al dilettevole

 

 

Introduzione al chiacchierino ad ago : i nodi doppi – archetti – cerchietti

Benvenuti nella sezione dedicata al chiacchierino ad ago.

Il chiacchierino è una tecnica antica utilizzata per realizzare “pizzi e merletti” con dei doppi nodi fatti con uno strumento chiamato Navetta. 

L’utilizzo di questo strumento, che può essere fatto di materiali differenti, non è così semplice e questa difficoltà nell’usarla ha fatto in modo che si sviluppasse e diffondesse rapidamente un’altro strumento per il chiacchierino: l’ago. 

aghi-chiacchierino

La caratteristica di questi aghi è quella di non avere una pancia nella cruna come gli aghi da cucito, ma di essere dritti in modo da fare scivolare il filo agevolmente.

Le dimensioni sono diverse a seconda del filato utilizzato.

L’utilizzo semplice dell’ago ha contribuito ad una larga diffusione del chiacchierino sopratutto nell’ambito dei gioielli home made.

I filati da utilizzare possono essere diversi, il più utilizzato è quello di cotone ritorto, ma si possono anche usare lana, cordonetti, fili metallici morbidi etc etc…..insomma LIBERO SFOGO ALLA FANTASIA.

Quindi perché non provarci?
In questo primo tutorial vedremo le basi del chiacchierino

  • i doppi nodi
  • i cerchietti
  • gli archetti

COSA OCCORRE

  • aghi da chiacchierino
  • filato di cotone

Spero che questo tutorial vi piaccia anche se per ora non ho una cam che mi permette buone risoluzioni……. prometto mi attrezzerò!!!!!!

Michela

Balsamo labbra alla melissa

Oggi volevo postarvi una ricettina semplicissima per realizzare un balsamo labbra che io uso quando spunta la fastidiosissima herpes labiale. Sfruttando l’azione cicatrizzante, lenitiva e antinfiammatoria della melissa e l’azione nutriente della vit. E, trovo questo balsamo favoloso e molto utile per alleviare e far guarire più velocemente l’herpes.

Ingredienti

  • 30 gr oleolito di melissa
  • 7 gr cera api
  • 3 gr burro di karité
  • 4 gocce olio essenziale di melissa
  • 4 gocce olio essenziale di Tea tree
  • 3 gr tocoferolo (vit.E)

Procedimento

Versare la cera api in una ciotolina in vetro (resistente al calore) e farla fondere a bagnomaria .
Quando la cera si sarà sciolta completamente spegnere il fuoco  e aggiungere il burro di karité mescolando per farlo fondere.
A questo punto   versarci dentro l’oleolito di melissa e mescolare per qualche secondo affinchè la cera che si è solidificata a causa dell’olio freddo possa ri sciogliersi.
Aggiungere il tocoferolo , lasciare intiepidire e poi aggiungere gli olii essenziali.

Versare il composto in un barattolino con tappo e lasciare raffreddare.

N.B. A seconda dei gusti personali, se si desidera un balsamo labbra più morbido diminuire un pochino la cera d’api, al contrario, se lo si vuole un po’ più consistente, aggiungercene ancora un pochino.

Note:
Il Tea Tree è un ottimo antibiotico naturale, può debellare molti virus, batteri e funghi e, in combinazione con la melissa, va a favorire una buona guarigione in caso di herpes labiale. Nel caso non si avesse si può omettere.
Il Burro di Karité ha proprietà emollienti, nutrienti e idratanti utilissime per la salute e la cura delle labbra. Nel caso non si avesse si può omettere.

Michela

Oleolito di Melissa

La melissa è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Labiatae ed è conosciuta per le sue mille virtù oltre ad essere particolarmente amata dalle api. E’ facile trovarla nella flora spontanea , ma è altresì facile da coltivare nel proprio giardino in zone non estremamente soleggiate.
Grazie al suo profumo che ricorda il limone viene spesso confusa con la Citronella (Cymbopogon citratus).

Proprietà

  • calmante e sedativa
  • antispasmodica e carminativa (toglie l’aria che si è accumulata nello stomaco e nell’intestino e lenisce i dolori da essi derivanti.)
  • antinfiammatoria e cicatrizzante
  • lenitiva decongestionante
  • contiene  fenoli che svolgono un’azione antiossidante e antiage proteggendo la pelle dai danni dei radicali liberi e rallentando il processo d’invecchiamento cutaneo
  • proprietà antibatteriche, antifungine e antivirali utili anche per curare l’herpes simplex
  • astringente e disinfettante

La melissa per uso interno è controindicata a chi soffre di ipotiroidismo

Come fare l’oleolito

La melissa è una delle poche piante che  è meglio usare fresca per preparare l’oleolito (buoni risultati si ottengono anche con le foglie secche). Il metodo migliore è quello chiamato Digestione “a calore” (solare o bagnomaria)

  • raccogliere le foglie di melissa nel suo periodo balsamico (ossia quando sono cariche di olii essenziali)
  • lavarle sotto acqua corrente e stenderle su un panno ad asciugare
  • mettere in  un barattolo precedentemente sterilizzato  le foglie
  • coprirle con olio (di riso o di semi di girasole , meglio se biologici)
  • chiudere il barattolo

Per l’estrazione dei suoi principi attivi si può scegliere uno dei due metodi descritti di seguito:

Digestione solare
Durante il giorno si mette il contenitore con foglie e olio al sole  e, appena il sole va via dalla nostra postazione, mettere il contenitore al buio; bisogna ripetere queste operazioni  per circa 15 giorni . In questo caso sarebbe meglio se il barattolo  fosse di vetro scuro o bisognerebbe coprirlo con della stagnola, in modo che il sole non vada a contatto diretto con l’olio.  Grazie al calore del sole, i principi  attivi verranno estratti con maggior rapidità.

Digestione a bagnomaria
Si mette il contenitore con foglie e olio immerso in una pentola contenente acqua e con uno straccio sul fondo; Fare andare a fuoco lentissimo per 3 ore.

Suggerimento: Se nel barattolo si aggiunge un po’ di sale grosso ( dello stesso peso delle foglie e solo nel caso si utilizzi la pianta fresca ),  l’eventuale acqua che si creerà durante la macerazione verrà catturata dallo stesso e sarà più semplice filtrare senza rischiare di travasare assieme l’olio, l’acqua, che  farebbe irrancidire l’oleolito molto in fretta .

Nb: bisogna usare questo metodo se si decide di usare la pianta fresca !!!!!!!

Filtraggio
Una volta trascorsi i tempi di macerazione ed estrazione bisogna filtrare il nostro oleolito. E’ necessario  procedere con molta attenzione perché, avendo usato la pianta fresca, potrebbe essere presente dell’acqua (che essendo più pesante dell’olio fortunatamente rimane sul fondo del barattolo).

Io il primo filtraggio lo effettuo con un colino a maglie strette andando anche a strizzare bene bene le foglie intrise di olio (l’olio nelle foglie è il più ricco di principi attivi); faccio poi depositare eventuale acqua dispersa nell’olio facendolo riposare per una notte a barattolo chiuso ed effettuo un secondo filtraggio con due garzine a maglie fitte. Nel caso ci fosse dell’acqua depositata sul fondo del barattolo, l’ultima parte di olio non la filtro e la butto.

Imbottigliate l’oleolito così ottenuto in un flacone di vetro scuro e conservatelo in un luogo fresco e asciutto.

Con questo oleolito ci preparo un balsamo labbra contro l’herpes labiale favoloso.

Michela

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Conosciamo il Ph della pelle

Quando si formulano cosmetici è importante conoscere indicativamente il ph della zona che andremo a trattare.

Come abbiamo parlato in precedenza, la nostra pelle ha un ph che varia da un valore di 7 nello strato basale a 4,5/5,5 sull’epidermide, e varia anche a seconda del sesso , della sudorazione, dei periodi ormonali, dei prodotti che utilizziamo sul nostro corpo e dell’età della persona.
Un uomo ha tendenzialmente una pelle più acida della donna grazie ad una produzione di sebo più alta, mente la cute dei bambini e degli anziani si avvicina a valori di neutralità.

Ph della pelle nelle varie zone del corpo
Cuoio capelluto 4,0 a 4,5
Cosce, gambe, caviglie 4,5
Busto 4,7
Viso 5 a 5,5
Contorno occhi 5,5
Dorso delle mani 4,9
Seno 6,0
Parti intime 4,5
Ascelle 6,5
Interno dell’occhio 7,0

Il pH della pelle contribuisce alla difesa nei confronti di microrganismi ostili alla salute cutanea, senza però disturbare i microorganismi naturalmente presenti su di essa. Un aumento del pH cutaneo può quindi favorire, in particolar modo nelle zone del corpo caratterizzate da macerazione o pseudo-anaerobiosi, quali zone genitali e piedi, lo sviluppo di infezioni micotico-batteriche.

La maggior parte della nostra pelle tende ad avere un valore acido, inoltre un ph leggermente acido favorisce l’attività di enzimi cutanei preposti al rinnovamento ed al mantenimento di alcune componenti cutanee….una sorta di peeling insito naturalmente in ognuno di noi.

I valori del ph

ph

La scala dei ph è costituita da valori che vanno dallo 0 al 14

  • da 0 a 6 ph acido dove 0 indica l’acido più forte
  • 7 ph neutro
  • da 8 a 14 ph basico dove 14 indica la base più forte

Questi valori vengono comunemente misurati con le cartine tornasole, impregnate di una sostanza vegetale, che, a contatto con le sostanze di cui si vuole misurare il ph , virano di colore:

  • a ph neutro si avrà un colore verde
  • a ph acido un colore rosso
  • a ph basico un colore blu

Questi colori posti alle estremità ed al centro della nostra scala dei valori, hanno a loro volta delle sfumature intermedie a seconda se si tratta di un acido o di una soluzione basica leggera (come da figura riportata in alto).

Insomma, è importante conoscere il ph della nostra pelle e  misurare quello delle nostre preparazioni  per evitare di usare prodotti che possono destabilizzare il naturale equilibrio fisiologico e incorrere a serie problematiche.

Michela